domenica 18 agosto 2013

Nelson Mandela visto da Pretoria


Nelson Mandela, sostenitore della fratellanza tra bianchi e neri (Prima parte)
L'autobiografia del leader sudafricano dovrebbe essere letta nelle scuole
Di Antonio Gaspari
ROMA, 14 Agosto 2013 (Zenit.org) - Il mondo tiene il fiato sospeso per la sua vita, ma qualsiasi cosa accada a Nelson Mandela, sarà ricordato come un uomo che ha segnato la storia del Sudafrica e del mondo. Si tratta infatti di uno dei più grandi combattenti per la libertà e la dignità di tutti gli uomini e di tutte le donne. Una persona che ha subito angherie, discriminazioni, umiliazioni, violenze, ingiustizie. Pur non avendo commesso nessun reato, a causa della sua opposizione al regime razzista conosciuto come “Apartheid” ha scontato 27 anni di prigione.
Grazie alla sua appartenenza, per via parentale, alla famiglia reale della tribù Thembu, Nelson Rolihlahla Mandela potè frequentare le scuole sudafricane per studenti neri conseguendo la laurea in giurisprudenza. Amante della libertà e sostenitore dei diritti dell’uomo non poteva accettare il regime segregazionista che dominava il Sudafrica, dove i ‘neri’  venivano vessati e discriminati anche nelle prigioni. Per questo motivo insieme a Oliver Tambo fondò uno studio legale per difendere i poveri, gli umili, i non scolarizzati.
Si iscrisse all’African National Congress, (ANC) e promosse per anni la non violenza, invitando gli indiani, i meticci e i bianchi a collaborare, e invitò il governo ad accettare negoziazioni al fine di riconoscere i diritti all’uguaglianza per realizzare insieme una grande nazione.
Il 26 giugno del 1955 scrisse e fece approvare dal Congresso del Popolo di Kliptown la “Carta delle Libertà”. Si legge nel testo: “Il Sudafrica appartiene a tutti coloro che ci vivono, bianchi e neri, e che nessun governo può a giusto titolo vantare alcuna autorità se questa non si basa sulla volontà di tutto il popolo"; "il nostro Paese non sarà mai prospero né libero finché tutta la nostra gente non vivrà nel segno della fratellanza, non godrà degli stessi diritti e di pari opportunità"; "soltanto uno Stato democratico, fondato sulla volontà dell’intera popolazione, può garantire a tutti il rispetto dei diritti di nascita senza alcuna distinzione di colore, razza, sesso o credo". 
La "Carta delle Libertà" prevede tutti i diritti civili, tra i quali “il diritto di voto e di candidarsi per entrare a far parte di tutti gli organi preposti a legiferare”, il diritto alla libertà di circolazione, il diritto all’uguaglianza dinanzi alla legge, con la detenzione che dovrà essere volta alla rieducazione, non mirare alla vendetta. Secondo il documento, inoltre, lo scopo dell’istruzione sarà quello di "insegnare ai giovani ad amare la propria gente e la propria cultura, ad onorare la fratellanza umana, la libertà e la pace". Per questo l’istruzione sarà "gratuita, obbligatoria, universale ed uguale per tutti i bambini", mentre l'istruzione superiore e la formazione tecnica saranno accessibili a tutti grazie a sussidi statali e borse di studio concesse sulla base del merito.
Grazie alla Carta, "abitazione e cibo verranno messe a disposizione di tutti", così che tutti beneficeranno di cure mediche e ricoveri ospedalieri gratuiti, con particolare riguardo per le mamme ed i bambini piccoli; i quartieri degradati verranno demoliti e nuovi quartieri di periferia saranno costruiti ove tutti possano usufruire di mezzi di trasporto, strade, illuminazione, campi da gioco, asili nido e centri sociali. Infine, verranno eliminate le aree recintate ed i ghetti, saranno abrogate le leggi che comportano la separazione delle famiglie e "vi saranno pace ed amicizia!".
Il testo si conclude con la dichiarazione: “Lotteremo per queste libertà, fianco a fianco, per tutta la vita finchè non avremo conquistato la libertà". Tuttavia i diversi governi guidati da formazioni politiche con forte predominanza dell’ideologia razzista non presero mai in considerazione le proposte di Mandela, al contrario praticarono la discriminazione razziale con violenza, favorendo scontri, divisioni, omicidi.
Mandela ad un certo punto pensò che si dovesse passare dalla non violenza ad azioni diverse per difendere il popolo e costringere il governo a negoziare. Pur essendo l’autore di un programma di resistenza che prevedeva anche l’uso delle armi, non ha mai compiuto però alcun tipo di azione violenta.
Il governo arrestò Mandela una prima volta nel 1952. Non aveva commesso nessun reato, solo opinioni contrarie al regime dell’apartheid, perciò venne assolto. Seguirono vessazioni, arresti e detenzioni, culminati nel Processo di Treason che si svolse nel 1958. Nonostante tutto sembrasse predisposto per condannare Mandela e l’ANC, il processo permise agli imputati di rispondere alle accuse. Così la Corte affermò che “l’accusa non era riuscita a dimostrare che l’ANC fosse un organizzazione comunista né che la Carta delle Libertà auspicasse uno stato comunista”. Di conseguenza il giudice dichiarò: "Gli imputati vengono giudicati non colpevoli”.
Mandela, allora, uscì in maniera clandestina dal Sudafrica per incontrare personalità e leader africani a cui chiese di sostenere la lotta di liberazione dall’apartheid. Tornò in Sudafrica e visse clandestinamente, finchè nel 1962 fu nuovamente arrestato per alto tradimento e condannato a cinque anni di carcere. Li scontò sapendo di non essere colpevole di alcun crimine: era divenuto un criminale per la legge, non per ciò che aveva fatto ma per quello in cui credeva. Mentre scontava la condanna, fu di nuovo accusato di sabotaggio al celebre processo di Rivonia.
In questo caso le accuse furono più consistenti, il pubblico ministero cercò di dimostrare che Mandela era un comunista sovversivo che si stava alleando con forze interne ed esterne al Sudafrica per rovesciare il governo e cacciare i bianchi. Se l’accusa fosse stata dimostrata, Mandela ed i suoi amici dell’ANC sarebbero stati condannati a morte.
Fu in questa occasione che Mandela diede il meglio di sè, dimostrando come l’obiettivo suo e dei suoi amici fosse quello di pacificare il paese cancellando la brutalità e la crudeltà del regime razzista per realizzare un Sudafrica in cui bianchi e neri potessero vivere e progredire insieme.

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